Google+ Studio Tecnico Bartolozzi Motta Rosso: novembre 2013

sabato 23 novembre 2013

Contratto di locazione: come si registra?

Sono tanti i cittadini italiani che non potendo in alcun modo accollarsi le spese per il sostentamento di un mutuo, possono solo ripiegare su un contratto d’affitto. Cerchiamo oggi di capire tutte le norme che regolamentano i contratti di locazione e in particolare capire come si registra un contratto di locazione.


La prima cosa da fare con un contratto di locazione è procedere con la registrazione entro 30 giorni dalla stipula, a meno che la durata del contratto non sia inferiore a 30 giorni. Ma vediamo i dettagli.
E’ possibile effettuare la registrazione del contratto di locazione sia in modalità cartacea recandosi in un ufficio dell’Agenzia delle Entrate sia direttamente online. Per farlo sono stati predisposti degli appositi modelli. Qui di seguito, elenchiamo le principali soluzioni e relativo funzionamento:
  • Il modello Siria che viene utilizzato dal contribuente per registrare il contratto di locazione ad uso abitativo e per optare per l’imposta sostitutiva, la cedolare secca (invio esclusivamente telematico)
  • Il modello Iris che viene utilizzato dal contribuente per registrare il contratto di locazione ad uso abitativo e per versare le imposte di registro e bollo (invio esclusivamente telematico)
  • Il modello 69 che viene utilizzato dal contribuente per registrare qualsiasi tipo di contratto presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate
  • Il modello RR che viene utilizzato dal contribuente per registrare più contratti presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate.
    Una volta chiariti quali possono essere i modelli da utilizzare, vediamo come procedere. Innanzitutto occorre tener presente che l’obbligatorietà della registrazione dei contratti d’affitto vale per tutti i contratti che superino i 30 giorno all’anno, anche se non consecutivi. La registrazione va richiesta all’Agenzia delle Entrate con le seguenti modalità:
    Registrazione Contratto di Affitto e Locazione Uso Abitativo e commerciale online con cedolare secca e regime ordinario
    Nel caso in cui si opti per questa modalità, i contribuenti possono procedere alla compilazione delle richieste di registrazione dei contratti di affitto, utilizzando:
  • Siria: programma che consente ai contribuenti di effettuare il download gratuito del software e poi compilare la domanda di registrazione. Il modello Siria deve essere utilizzato dai contribuenti per registrare i contratti di locazione a uso abitativo e per optare per la cedolare secca.
  • Siria web: programma che consente di compilare on line direttamente da casa dal proprio pc, la domanda di registrazione del contratto di locazione. Il programma molto facile da utilizzare e molto intuitivo, oltre a permettere la registrazione del contratto di affitto ad uso abitativo, consente di aderire all’opzione per la cedolare secca (regime sostitutivo).
  • Iris: applicazione che consente ai contribuenti di effettuare il download gratuito del software e poi di compilare la domanda di registrazione.
  • Iris web: programma semplificato che consente di compilare on line la domanda di registrazione del contratto di locazione per uso abitativo senza bisogno di scaricare alcun software e permette il pagamento contestuale delle imposte di registro e di bollo in caso di adesione al regime ordinario circa la tassazione sugli immobili.
  • Contratti di locazione: applicazione che consente ai contribuenti di effettuare il download gratuito del software e poi di compilare la domanda di registrazione del contratto di locazione per tutte le tipologie e il versamento contestuale delle imposte di registro e bollo.
  • Locazioni web: programma semplificato che consente di compilare on line la domanda di registrazione del contratto di locazione per tutte le tipologie, ovvero, per uso abitativo e commerciale, senza bisogno di scaricare alcun software e permette il pagamento contestuale delle imposte di registro e di bollo.
    Registrazione tramite intermediatori autorizzati
    Con la voce intermediario abilitato, si intendono professionisti, associazioni di categoria, Caf e Patronati autorizzati e già registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
    Registrazione tramite modello 69
    Nel caso in cui si opti per
     il modello 69, questo, debitamente compilato, consente la registrazione del contratto di affitto e locazione e il versamento presso qualsiasi sportello bancario o postale, dell’imposta di registro in caso di tassazione a regime ordinario. La misura dell’imposta dipende da diverse condizioni, prima fra tutte la tipologia di immobili, poi anche la durata contrattuale, la scelta di versare l’imposta in un’unica soluzione o annuale. In alternativa il modulo permette anche di indicare la scelta del regime sostitutivo agevolato della cedolare secca. Nel caso in cui si voglia ricorrere al modello 69, gli interessati devono presentare presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia, la seguente documentazione:
    Contratto di affitto da registrare: almeno 2 copie
    Modello 69: 1 copia
    Registrazione di più contratti: è necessario compilare un elenco, utilizzando il modello RR, sul quale vanno riportati tutti i contratti da registrare.
    Contrassegno telematico ex marca da bollo da 14,62 euro: solo se non si sceglie il regime della cedolare secca: è necessario un contrassegno per ogni quattro facciate di contratto o 100 righe, nello specifico va apposta una marca da bollo su ogni copia del contratto da registrare.
    Tassazione a regime ordinario: copia del pagamento dell’imposta di registro da versare tramite modello F23.
    Tassazione sostitutiva cedolare secca: coloro che optano per il regime della cedolare secca non devono pagare l’imposta di registro ma l’imposta sostitutiva acconto e saldo, il cui versamento segue gli stessi termini previsti per l’Irpef.

venerdì 8 novembre 2013

Efficienza energetica il 58% delle famiglie non conosce i nuovi econobus

Troppe le norme sull'efficienza energetica, troppo repentini i cambiamenti e, soprattutto, troppe previsioni, difficili da decifrare. Alla fine, invece che agevolare il settore, si finisce con rallentare e penalizzare il mercato di chi lavora per la aumentare sostenibilità del patrimonio immobiliare. 

A fotografare il disagio dei cittadini è la seconda edizione dell'indagine realizzata dall'Osservatorio sull'efficienza energetica. L'analisi è resa dall'Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, guidato dal professor Renato Mannheimer, ed è stata commissionata da Domotecnica - la prima rete in franchising indipendente delle aziende di installazione che operano nel campo dell'efficienza - in partnership con AccentureAxpoBNL ed Eni. I dati sono stati diffusi a Torino, in occasione del 15simo Congresso nazionale di Domotecnica.



Scorrendo le pagine dell'analisi, il primo dato che salta all'occhio è che il 76% del campione intervistato denuncia norme sugli incentivi e sgravi troppo mutevoli nel tempo, il 75% dichiara di non riuscire a comprendere la soluzione migliore da adottare per la propria casa e il 72% mette in luce come il tema dell'efficienza energetica sia ad oggi territorio riservato alla sola comprensione di addetti ai lavori. «I cittadini, così come le piccole imprese – spiega Mannheimer – sono dunque disorientati dai continui cambiamenti di rotta. Normalmente, quando si effettua un'indagine sulla conoscenza o meno di una norma, la maggioranza degli intervistati è portata a rispondere di sì per timore di fare cattive figure. Ciò nonostante, il 58% delle famiglie e il 35% delle piccole aziende ci ha detto di non avere nozione alcuna circa la proroga degli incentivi del 50% e 65%, entrata in vigore lo scorso giugno». 

Una vera occasione perduta. A cui si potrebbe mettere riparo con una corretta comunicazione. «Anche perchè – spiega ancora Mannheimer -, come già era emerso lo scorso anno, la gente è attenta ai temi dell'efficienza energetica. Tutte le percentuali a riguardo sono in crescita. Mentre il 12% delle famiglie, cioè un mercato potenziale di 10,2 miliardi, afferma di avere nei piani futuri l'intenzione di effettuare in casa lavori di riqualificazione». 
Certo la crisi economica qualche impatto lo ha avuto. Perché l'84% degli intervistati fra le famiglie e l'88% fra le imprese e i piccoli esercizi del commercio ritiene che non sia questo il momento di effettuare investimenti, mentre il 75% degli italiani esclude di voler cambiare le proprie abitudini o mettere mano alla propria casa, anche se a consigliarglielo fosse un tecnico, dopo aver effettuato un check-up delle prestazioni energetiche dell'abitazione.
C'è comunque un 39% che valuterebbe con attenzione le proposte e prenderebbe in considerazione di attuarne alcune. Mentre molti sarebbero disposti a cambiare idea di fronte alla possibilità di ottenere un finanziamento bancario per effettuare un intervento di efficienza energetica e, soprattutto, di poter detrarre dalle tasse gli interessi del mutuo stesso. 
Rispetto alle grandi imprese, infine, la maggioranza delle persone contattate dichiara di avere fiducia piuttosto nelle realtà più piccole e artigiane. Sia in termini di consulenza e informazione, che in termini di preventivi, acquisti e installazione dei prodotti. «Istituzioni ed aziende – conclude pertanto Luca Dal Fabbro - devono mettere in campo tutte le risorse necessarie affinché il messaggio non solo arrivi ai cittadini, ma lo faccia in modo corretto ed efficace. La formazione dell'ultimo miglio, ciò di coloro che poi sono l'interfaccia vera con i cittadini, è fondamentale. Domotecnica nel corso di 20 anni di attività ha sempre promosso la cultura dell'efficienza energetica e con l'Osservatorio, realizzato insieme a partner autorevoli, abbiamo voluto dare un ulteriore contributo allo sviluppo del settore».

sabato 2 novembre 2013

Affitti e cedolare secca, le nuove regole.

La tassazione per le locazioni di immobili a canone concordato scende dal 19% al 15%

Nell’ottica di un rilancio delle politiche abitative del nostro Paese, nel breve volgere di qualche settimana sono state emanate dal governo due normative che tenderebbero a favorire la locazione di immobili. L’ultima in ordine di tempo è legata alle nuove regole di imposizione fiscale locale attraverso la Trise, che a differenza di quanto accadeva con l’Imu, penalizza i proprietari di case sfitte. Come noto però si tratta di una disciplina ora all’esame del Parlamento e dunque lungi dall’essere ancora operativa.

TRISE, SE A RIMETTERCI SONO GLI INQUILINI
E’ stata invece già approvato un altro provvedimento che, sempre nelle intenzioni, dovrebbe spingere all’affitto di abitazioni. Stiamo parlando della cosiddetta cedolare secca, la cui nuova disciplina era contenuta nel decreto Imu n. 102 del 31 agosto, convertito definitivamente in legge dal Senato proprio qualche giorno fa. Grazie all’articolo 4 della nuova norma viene ridotta l’aliquota della citata cedolare secca, introdotta dal decreto legislativo n. 23/2011 sul federalismo municipale. Già a partire dall’anno di imposta 2013 dunque, per gli immobili locati a canone concordato, l’aliquota passa dal 19% al 15%. Un significativo vantaggio fiscale del quale dunque potranno approfittare molti proprietari di seconde case sfitte. Per poterlo fare però bisogna tenere conto di una serie di paletti che la legge impone a chi voglia usufruire di questa agevolazione.

TASSE E IMMOBILI, SE LA SECONDA CASA DIVENTA UN LUSSO
Innanzitutto il canone di locazione, che deve essere di entità inferiore a quelli tipici di mercato e che viene fissato a livello locale dalle associazioni territoriali degli inquilini e dai Comuni, a cui, in alcuni casi, si possono aggiungere le associazioni rappresentative dei proprietari immobiliari. Un ulteriore limitazione è data poi dalla durata dei contratti di affitto in questione. Il regime “a canone concordato” prevede, infatti, una durata inferiore rispetto ai contratti ordinari di locazione. È possibile affittare un’abitazione, se a canone concordato, per un periodo iniziale di tre anni, avendo poi la possibilità di un rinnovo, tacito, per altri due.

IMPOSTE LOCALI, ARRIVANO LE DETRAZIONI
 Limitazioni a cui però, come detto, corrispondono rilevanti agevolazioni fiscali, tra le quali non bisogna dimenticare, oltre a quella dell’aliquota secca scesa ora al 15%, anche un calcolo dell’Irpef, che è limitata ad un imponibile massimo, per il percepito nell’anno d’imposta dell’inquilino, del 40,5%, insieme ad una ulteriore riduzione dell’imposta di registro del 30%. Infine, è bene ricordare che, nell’ambito di applicazione della disciplina sulla cedolare secca, sono inclusi tutti gli immobili accatastati dalle classi A1 alla A11, ad esclusione quindi della sola classe A10 che si riferisce agli uffici.